Il gioiellino di Roland Gumpert, come noto, non ce l’ha fatta a superare le difficoltà di ogni piccolo costruttore alle prese con un prodotto straordinario ma – inevitabilmente – difficile da vendere senza il giusto mix. La Gumpert Apollo è sempre stata un’auto, senza mezzi termini, pazzesca dal punto di vista dinamico ma con una serie di criticità determinanti: prima di tutto il design tutt’altro che affascinante (ci provò Touring con il concept della Tornante ma rimase – probabilmente a causa delle stesse difficoltà finanziarie della Gumpert – un prototipo). In secondo luogo alcune “dicerie” su problemi di affidabilità del motore Audi (il V8 4.2 biturbo della prima RS6).
Così nel settembre 2013 è arrivato l’inevitabile fallimento. Ma dallo scorso gennaio 2016 Gumpert ha iniziato la sua rinascita (grazie allo stesso Gruppo cinese – Ideal TeamVenture – che ha rilevato gli asset De Tomaso) come Apollo Automobil GmbH.
La nuova auto, la ApolloN, sarà presentata al Salone di Ginevra 2016 e, secondo i proclami del management, sarà l’auto stradale più veloce della terra. Un obbiettivo ambizioso e, per certi versi, “pericoloso”: perché la Bugatti Veyron Super Sport o la Hennessey Venom, prima di raggiungere questo traguardo, sono passate attraverso lunghi, perigliosi e spaventosi processi di sviluppo.
Il teaser rilasciato dal costruttore “sembra” ritrarre un modello sostanzialmente aderente ai principi formali della Apollo: parabrezza corto e molto inclinato, forme piuttosto geometriche alternate a volumi curvi (nella fattispecie il grande passaruota che circonda lo pneumatico, montato su un cerchio con unico dado centrale di fissaggio).
L’ultima apparizione di una Apollo è stato Ginevra 2013: la Apollo S si presentò con 740 cavalli sul piatto, 0-100 in 2″9. Al successivo Salone di Ginevra 2014 apparve il prototipo della più “terrestre” Apollo Explosion ma non ebbe seguito.