Chi di noi non ha mai sognato di trovare un tesoro nascosto in cantina o in soffitta? Gli anglosassoni lo chiamano barn find, letteralmente “ritrovamento nel granaio”. Se è naturale che nella maggior parte dei casi nello scantinato dei nonni vi siano oggetti di grande importanza affettiva, da custodire con religiosa cura, ma di poco valore economico, è altrettanto vero che il collezionismo è un settore senza confini e ciò che sembra inutile a qualcuno, rappresenta per altri un vero tesoro.
In ambito automotive, sono rari – ma eclatanti – i casi di ritrovamento di vetture d’epoca abbandonate in vecchi magazzini o tenute di campagna. Macchine della cui esistenza nessuno era a conoscenza da decadi, lasciate incustodite a raccogliere polvere da qualche vecchio collezionista o commerciante senza eredi. In questi casi, nessun valore affettivo ma un bel gruzzolo all’orizzonte per chi ha la fortuna di trovarle. La sabbiatrice professionale restituisce alla scocca il suo antico lustro, i meccanici specializzati fanno il resto. Così, le macchine finiscono nelle mire di accaniti collezionisti e molti esemplari riescono anche a tornare su strada.
Ecco i tre casi più clamorosi di ritrovamenti “archeologici” automobilistici.
Una storia impregnata di mistero quella che ha visto protagonista una coppia di pensionati newyorkesi. I due, alcuni anni fa, avevano comprato ad un’asta giudiziaria una casa di campagna in Portogallo, località scelta per trascorrere gli anni della vecchiaia. Nel fienile della tenuta, in disuso da 15 anni, ecco un bottino da fare invidia a un museo: coperto da centimetri di polvere un centinaio delle più importanti automobili della storia. Porsche, Austin, BMW, Lotus, Volvo, Alfa Romeo e Lancia, dal valore totale di 36 milioni di dollari. Sull’origine delle vetture si sa poco o nulla. Alcuni supposizioni parlano della collezione personale di un vecchio commerciante d’auto d’epoca. L’unica cosa certa? L’espressione di stupore che dev’essere balenata sulla faccia dei due.
Maserati, Bugatti, Delahaye Coupé. Anche una Ferrari 250 GT SWB California Spider e una Talbot Lago, appartenute ad Alain Delon e al re egiziano Farouk. Abbandonate da 50 anni, sono state ritrovate nel 2014 dagli esperti di Artcurial, in una delle tenute di campagna della famiglia Baillon, a Échiré, nell’ovest della Francia. Oltre 60 vetture che il noto imprenditore Roger Baillon acquistò tra gli anni ‘50 e ‘60. Pezzi unici, sopravvissuti al successivo fallimento di Baillon, che nel corso degli anni dovette vendere gran parte del suo tesoro a quattro ruote. Valore complessivo 15 milioni di euro. La Ferrari appartenuta a Delon, da sola, è stato valutata 10 milioni. Nel 2015 tutte le auto sono state messe all’asta al Retromobile Salon di Parigi.
Dopo esser passata nelle mani prima di industriali e personaggi di spicco del nostro Paese – tra cui l’editore Luciano Conti, storico amico-nemico di Enzo Ferrari – poi di facoltosi imprenditori giapponesi, la splendida Ferrari 365 GTB/4 aveva fatto perdere le sue tracce all’inizio degli anni ‘70. Il suo ultimo proprietario, Makoto Takai, l’aveva tenuta nascosta per quarant’anni in un fienile della campagna nipponica, rifiutando qualsiasi proposta d’acquisto. Poi, la svolta. Alcuni mesi fa è stata riportata alla luce. Gli esperti Ferrari hanno verificato la corrispondenza coi registri di fabbrica e una volta accertata la sua identità, ancora impolverata, la fuoriserie è stata riportata a Maranello. Gli appassionati se la sono contesa con moneta sonante durante l’asta organizzata da RM Sotheby’s in occasione dell’evento celebrativo dei 70 anni del Cavallino Rampante: è stata venduta per 1,6 milioni di euro. In buone condizioni generali e con soli 36.690 chilometri percorsi.
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