Bizzarrini Manta: all’asta da Gooding a Peeble Beach 2012

Una vita di corsa. Un’auto da competizione che diventa un prototipo da salone e quindi un’auto per tutti i giorni. Un destino magnifico per un’automobile, una vita ricca, avventurosa, avvincente. L’esatto contrario rispetto a una Porsche 911 o una Bentley Continental GT di oggi, troppe volte nelle mani di chi acquista un’auto sportiva per “sentirsi qualcuno”.

BIZZARRINI P538-003

La storia dell’unica Bizzarrini Manta Concept inizia nel 1966 quando Giotto Bizzarrini costruì il terzo esemplare della sua arma per le corse, la Bizzarrini P538. I primi due esemplari, motorizzati Lamborghini, erano stati allestiti per un cliente americano. Il telaio P538-003 avrebbe dovuto partecipare alla 24 Ore di Le Mans di quell’anno con i colori della Scuderia Bizzarrini.

In un telaio a traliccio tubolare, Giotto Bizzarrini montò un classico 8 cilindri Covette Tipo 327 da 400 Cv con quattro carburatori Weber Doppio Corpo e cambio a 5 marce. Alla scocca erano agganciate sospensioni a doppi triangoli sovrapposti, freni a disco e una carrozzeria in vetroresina pienamente confacente allo stile dell’ingegnere livornese e a una versione da corsa della gloriosa Bizzarrini 5300 GT Strada.

Purtroppo, però, il destino le fu avverso: dopo appena due ore di gara e una ottima posizione contro avversarie ben più titolate, la vettura n.10 nelle mani di Edgar Berney e Andre Wicky un errore ai box durante un pit stop di routine fu estromessa dai giochi a causa della rottura del radiatore.

Tornata in Italia la P538 numero P538-003 partecipò solo a una gara in salita dove arrivò quarta assoluta. Per il ’67 i regolamenti sportivi furono improvvisamente stravolti: per la categoria prototipi sarebbe stato necessario un motore da 5 litri (il V8 Chevy Corvette della P538 era un 5.3) e almeno 25 esemplari omologati stradali. Bizzarrini, che aveva speso molto denaro per lo sviluppo della macchina, si trovò in gravi problemi finanziari. Convertì la P538 numero 3 in stradale e cercò di venderla per risolvere i propri problemi ma non vi riuscì.

Dalle stalle della Bizzarrini alle stelle dell’ItalDesign

La Bizzarrini P538 è stata la causa del declino della Automobili Bizzarrini ma anche la miccia che ha lanciato Giorgetto Giugiaro nel firmamento dei grandi nomi dell’automobilismo.

Nel 1967, ancora ventenne ma già con molte creazioni al suo attivo, il giovane designer decise di investire per mettersi in proprio. Avrebbe avuto bisogno di un’auto per creare una show car tutta sua, esporla a un salone dell’auto e iniziare a raccogliere consensi. Così, al Salone di Torino del 1968, fece il suo debutto la Bizzarrini Manta, il primo progetto dell’Ital Design.

La vettura, altro non era se non la P538-003 acquistata a Bizzarrini. La vettura, color verde acido, aveva un design ultra moderno, con il parabrezza inclinato di appena 15 centimetri.

All’interno aveva la configurazione a tre posti (come il prototipo della Ferrari 365 P presentato dalla Pininfarina) e il piantone dello sterzo collassabile, uno dei primi timidissimi tentativi di far emergere l’importanza della sicurezza in auto.

Concluso il salone, fu riverniciata in rosso e volò prima in Giappone e poi in California per altrettanti eventi fino al 1969. In quei mesi fu la protagonista indiscussa delle testate automobilistiche internazionali più blasonate. Entrata negli Anni 70, la Manta sparì dalla circolazione per riapparire a un’asta fallimentare alla fine della decade.

Acquistata dall’imprenditore Giovanni Giordanengo, fu totalmente restaurata dall’esperto Salvatore Diomante di Torino. Da qui fu quindi venduta, nel 1982, a Ulf Larsson, appassionato svedese di Bizzarrini. Negli ultimi anni fu nelle mani del collezionista Alfredo Brener (che fece un nuovo restauro) e nel 2005 fu venduta al suo ultimo proprietario in California.

La Bizzarrini Manta sarà una delle protagoniste dell’asta organizzata da Gooding & Co nei giorni del concorso internazionale di Pebble Beach in California.