BMW Zagato Coupe: una BMW vista con gli occhi di Zagato
La BMW Zagato Coupé rappresenta il primo risultato della collaborazione tra la carrozzeria milanese e il marchio tedesco.
Piccola, compatta, con il muso allungato, la coda compatta, il tetto a doppia gobba e la coda tronca (il risultato dell’applicazione del rigoroso principio aerodinamico teorizzato già negli Anni 30 dal Professor Kamm) descrivono un’auto emozionale, probabilmente il modo più “sensato” per trasformare la BMW Z4 Roadster in una vera, autentica coupé due posti.
Questo del resto, descrive la tradizione del marchio Zagato: la carrozzeria milanese fondata nel 1919 a Milano da Ugo Zagato e oggi guidata da Andrea Zagato (terza generazione della famiglia alla guida dell’azienda), ha costruito, al 99%, solo coupé due porte con due posti.
Moderna GT o moderna Fuoriserie?
Negli anni 50 e 60, epoca di massimo “splendore” per Zagato, erano le Gran turismo con cui potevi gironzolare in città la settimana e correre nei weekend, o le fuoriserie (Lancia Flaminia, Alfa Romeo SZ…), quelle auto che oggi il collezionismo ha consacrato come tesori milionari.
Dove si posiziona la BMW Zagato Coupé? Poco importa. L’importante è che sia una Zagato, dotata di una qualità fondamentale che oggi gran parte dei costruttori hanno abbandonato: la coerenza.
La prima volta di Zagato, seconda volta per Rivolta
Touring (che disegnò le linee della 328 Coupé vincitrice della BMW del 1940), Michelotti – Vignale ( BMW 3200 1959 e BMW 700 1959), Bertone (BMW 3200 CS) e Giugiaro (BMW) hanno già disegnato vetture per il marchio tedesco.
E’ il primo lavoro di carrozzeria per l’atelier milanese. Ma grazie proprio alla nascita della collaborazione con Zagato, BMW ha potuto rinnovare una collaborazione nata tanto tempo fa. Nel 1954, infatti, BMW fu a Milano per prendere in licenza (anzi, per rilevare i macchinari stessi!) la produzione della Isetta, la piccola vetturetta prodotta dalla Iso, fondata da Renzo Rivolta.
Oggi, Marella Rivolta, nipote di Renzo e moglie di Andrea Zagato, è l’art-director dell’azienda milanese, responsabile per i colori e il trim degli interni della BMW Zagato Coupé.
Pronta per la strada
“E’ relativamente semplice produrre una concept senza dover rispettare i vincoli dell’omologazione”, ha detto Andrea Zagato. “il difficile è concepire un’auto coerente con il design di un marchio ma che sia anche perfettamente marciante e omologabile”.Così è per la BMW Zagato Coupé.
La BMW Zagato Coupé, quindi, è perfettamente marciante e ha già condotto test di alta velocità. Quest’auto è “replicabile” esattamente in una piccola serie limitata per la clientela.
Le sue forme sono state tracciate secondo un processo di team-work, guidato, lato Zagato, dal Chief Designer Norihiko Harada e, lato BMW, dal Reparto Design uesti ha definito una BMW Coupé vista con gli occhi di Zagato. Le forme sono muscolose ma semplici, rispondenti al canone della funzionalità aerodinamica che diventa piacevolezza di forme. Zagato parla di “Bellezza necessaria”.
Heritage comune
La coda tronca, come sopraccitato, risponde a un preciso dettame tecnico, che Zagato ha fatto proprio trasformandolo in un elemento peculiare del suo design. Anche BMW, in passato, ha utilizzato il medesimo principio: si tratta della BMW 328 Kamm Coupé del 1940 (andata perduta ma rinata ufficialmente grazie a BMW come ricostruzione), un esempio di approccio funzionale al design che punta all’efficienza aerodinamica.