Alla presenza del Presidente Ucina Confindustra Nautica, Carla Demaria, il Professor Marco Fortis ha presentato una ricerca risultato della collaborazione tra Fondazione Edison, Fondazione Symbola e UCINA. L’indagine, dal titolo “ Le 10 verità sulla competitività italiana”, conferma l’Italia come un Paese molto competitivo in termini di export con la nautica che resta un settore d’eccellenza del Made in Italy.
Nonostante gli ultimi 7 anni in negativo e un mercato interno quasi del tutto sparito, le imprese italiane del settore nautico hanno ripreso a crescere soprattutto sui mercati esteri. Il “cuore manifatturiero” della nostra economia blu rappresenta infatti oltre il 4% al surplus generato dall’economia del Bel Paese nel 2014.
Fortis ha precisato che: “… Il surplus commerciale dei prodotti dell’industria nautica italiana la collocano nettamente al vertice del Made in Italy. Lo scambio commerciale di unità da diporto delle sole unità a motore entrobordo produce un surplus di 2,2 miliardi di dollari, un valore superiore a quello di altre grandi produzioni come occhiali, pasta, mobili di legno. Tra il 2013 e il 2014, la nautica è leader anche per percentuale di crescita dell’export con un +11% (contro un +4,1% del settore Moda, un +3,8% del settore meccanica, un +3,5% del settore Alimentari e Vini e un + 3,5% dell’Arredo-Casa).
Oltre 1/5 della domanda internazionale di prodotti della nautica da diporto è assorbito dal Made in Italy confermando la nautica italiana la prima al mondo per quote di mercato. Seguono gli Usa con il 14,5% e la Germania con l’11,4%.
La produzione di barche e yacht da diporto con motore entrobordo (oltre 2,4 miliardi di dollari di export) assorbe il 32,2% della domanda internazionale superando quella realizzata da USA e Germania messe insieme (26,2%).
La cantieristica nautica italiana, con oltre 2,3 miliardi di dollari, è la prima al mondo per valore del surplus commerciale (differenza tra export e import). Il doppio della “seconda” Germania (1,2 mld), della Francia (583 mln) che conquista un terzo posto e Usa (547 mln) che ottiene solo un timido quarto posto.
In Italia sono quasi 9.000 gli occupati diretti nella produzione cantieristica (a fronte dei 18.000 totali), seguono il Regno Unito con 8.363, la Francia con 7.083 e la Germania con 5.738.
Escludendo i Paesi Bassi (più imprese costruttrici ma più piccole: in media 5,7 addetti per azienda contro i nostri 14,8) l’Italia, con 598 aziende, si posiziona davanti a Svezia, Regno Unito, Francia, Polonia e Germania.