Nonne degli swinging sixties, bisnonne d’anteguerra e giovanissime plurifrazionate si sono cimentate in centoquindici prove speciali nell’ambito del Campionato Italiano Grandi Eventi 2023. Il Tempio della velocità, la pista di Monza, ha ospitato le prime prove speciali e attirato sul suo asfalto una settantina di equipaggi. A far la parte del leone, ovviamente, tutte le auto risalenti ai tempi della gara originaria: tra queste Lancia Lambda Cabriolet, Bugatti Type 37 A, Jaguar E Type, Porsche 356, anche nella configurazione Speedster, Fiat 508 C, Austin Healey 100/6, Maserati 3500 GT Touring, Lancia Appia GTE Zagato, Alfa Romeo Duetto, Maserati Mistral, Mercedes SL Pagoda, Lancia Aprilia, Mini by Innocenti, Fiat 124 Sport Spider, Lancia Aurelia, Alfa Romeo 1900, Triumph Spitfire e Fiat 500 F.
Di sicuro non capita spesso di incontrare, in un solo colpo, la bellezza di sei esemplari di Mercedes 300 SL, sia Spider sia “alata”, fra cui una, in particolare, restaurata integralmente dopo un’avventurosa fuga da Cuba e dalla sua granitica burocrazia, avvenuta dopo decenni di totale abbandono. Queste anziane e i loro equipaggi hanno fatto capire di non avere necessità del bastone: hanno retto a meraviglia il confronto, non solo estetico, contro posteri come Alfa 4C, Porsche Carrera GT, McLaren 720S di un verde accecante, Morgan Plus Six e M3W, folli giocattoli inglesi vecchio stile portati dal preparatore Romeo Ferraris, Ferrari F40, BMW M6, Pagani Huayra, Bentley Continental GTC e Porsche 911 GT3. Tutto questo gran patrimonio meccanico ha dato il via alle danze sfrecciando sul percorso di Monza, comprese le due paraboliche, sotto lo sguardo compiaciuto di Juan Manuel Fangio e della sua W196, fino a quando è giunto il momento di indirizzarsi verso Milano.
La Milano Sanremo, il giorno dopo, da piazza XXV Aprile, sotto una timida pioggerella ha abbandonato la capitale della moda di buon mattino e preso la via verso il Monferrato: Asti, le Langhe, il Colle d’Oggia e il Melogno, terra di spumanti, con le vetture che nel verde della campagna stanno sempre a pennello. Dopo ardue sfide lungo i tornanti, con tanto olio di gomito e altrettanto meccanico, i gabbiani di Stoccarda e le altre storiche si posano tra i fiori della località ligure, presso la sua sfarzosa sala da gioco dove, normalmente, c’è chi vince e chi perde anche se, in quel momento, sono stati tutti troppo rilassati per parlare di vittorie.
Il mattino seguente questo stormo su gomma si è diretto allo Yatch Club di Marina di Loano perché quella tra le auto e i motoscafi, meglio se gli intramontabili Riva in legno lucido, è da sempre una combinazione meravigliosa, raccontata già da decenni in film e riviste. Successivamente tappa a Genova il cui acquario ha fatto da cornice all’ultima serata in attesa della serie finale di fatiche al volante: un rombante ritorno verso Milano.
La giornata di domenica ha visto gli equipaggi tornare tra il Pirellone e la Torre Velasca immergendosi di nuovo negli stimolanti scenari già attraversati in precedenza per arrivare, sotto le imbronciate nuvole del pomeriggio, alla sede dell’Automobile Club di Milano, con le auto ormai sature di polveri e detriti, per chilometri e chilometri. Cosa che non è stata affatto un problema grazie al tempo inclemente che, arrivato poco dopo, ha dato loro una pulita in vista della premiazione.
Il riconoscimento più alto della Coppa Milano Sanremo 2023 se lo sono aggiudicato Passante e Molgora, venuti dalla lontana Sicilia sulla Fiat 508 C, stesso modello dell’equipaggio secondo classificato, Di Pietra e Di Pietra, seguiti dai lancisti Loperfido e Corneliani su Aprilia. per le auto classiche dal 1946 al 1990 il premio è stato vinto da Collins e Gay – equipaggio numero 36 – con la Mercedes Benz 300 SL Roadster del 1960. Volpi e Lombardi – equipaggio numero 123 con la Pagani Huayra HP del 2023 sono i primi classificati per le auto youngtimer dal 1991 al 2023. L’equipaggio n. 26 – Trazzi e Giulini – con la Porsche 356 Speedster del 1955 si è aggiudicato il premio per la coppia più “stylish”.
Che la Coppa Milano Sanremo sia stata di nuovo un grande successo ne siamo stati sicuri fin da subito. Ciò che però è sempre più stupefacente è come, anno dopo anno, il parco auto partecipante si faccia sempre più ricco, capace di riunire il top di ogni epoca, persino con più esemplari di modelli da favola, come nel caso delle 300 SL Gullwing, mescolato con luoghi che non ci si immagina neanche che esistano. Esperienze che ci illudiamo di poter vedere, esclusivamente, in qualche cult in bianco e nero su celluloide.
La Coppa Milano – Sanremo è stata la prima manifestazione nel Bel Paese nel suo genere per opera di un gruppo di signori che si sono fatti contagiare dalla febbre per il motorsport, ai tempi ancora pioneristica. La prima edizione si disputa nel lontano 1906 per poi proseguire nel corso degli Anni ’20 e ’30 portando molti esponenti dell’alta società dell’epoca a cambiare lo smoking con guanti e coppola. Tra i vincitori si annovera Sua Altezza Reale Adalberto di Savoia, duca di Bergamo, al volante della Fiat 503 torpedo. A cannoni spenti la Milano-Sanremo ritorna nel 1948, attraversa il boom economico, con le sue leggendarie spider, fino ad abbassare la bandiera a scacchi l’ultima volta nel 1973, in piena crisi petrolifera. La Milano Sanremo torna a far danzare i gentlemen driver sui tornanti, nella sua nuova ed attuale dimensione, nel 2003, arrivando ai giorni nostri con Equipe International, con il suo carico di passione, charme e motori scoppiettanti.
Testo e foto: Augusto Pellucchi