Ferrari cola a picco, l’ultima mossa non è piaciuta: troppo dramma per niente | Appassionati furibondi
Purtroppo Ferrari ha fatto una mossa che a moltissimi appassionati ha lasciato l’amaro in bocca, tutto questo dramma non paga.
Nelle ultime settimane, la famosa casa automobilistica Ferrari ha sconvolto la comunità degli appassionati con una mossa tanto discussa quanto controversa.
La decisione presa ha generato un’ondata di delusione e disapprovazione tra i fedeli seguaci del marchio, lasciando molti a chiedersi quali saranno le implicazioni di questa scelta per il futuro dell’azienda e della sua reputazione nel mondo degli automobilisti.
Le reazioni non si sono fatte attendere, con moltissimi fan esprimendo la propria insoddisfazione sui social media e nei forum dedicati. L’ombra di questo dramma si è allungata su una storia gloriosa e leggendaria, portando un’atmosfera di incertezza e malcontento tra coloro che da sempre hanno nutrito una passione per i bolidi Ferrari.
Il dibattito è aperto, e mentre alcuni tentano di trovare ragioni e spiegazioni dietro questa mossa, altri rimangono fermamente convinti che il prezzo pagato dal marchio per questa decisione possa essere troppo alto. Resta da vedere come l’azienda affronterà questa tempesta di critiche e se riuscirà a ristabilire il rapporto con la sua base di fan.
Ferrari: il nuovo film di Michael Mann senza auto?
Il 14 dicembre giunge nelle sale cinematografiche il lungamente atteso Ferrari, che abbiamo visto in anteprima a Venezia: il più recente lavoro del rinomato regista Michael Mann. Il film, dedicato al mitico fondatore della casa automobilistica di Maranello, è stato oggetto di ferventi discussioni ed attese. Contrariamente alle aspettative di un’epica sulle corse automobilistiche, alla stregua di “Rush” o “Le Mans ’66”, il film si distingue per la sua profonda immersione nelle vicende personali di Enzo Ferrari. Le automobili sono quasi un sottofondo, mentre il fulcro si concentra sulle complesse dinamiche familiari e sui turbamenti che affliggono il protagonista.
Ambientato nel 1957, il film segue un Enzo Ferrari già consolidato, impegnato a rialzare le sorti dell’azienda puntando tutto sulla leggendaria Mille Miglia. Tuttavia, la sua vita personale è lontana dall’essere serena: la recente perdita del primogenito, le crepe nel matrimonio con Laura e le complesse questioni familiari con Piero, il figlio avuto da un’altra donna, Lina Lardi, delineano un ritratto di sofferenza e conflitto interiore. L’aspetto finanziario non è meno travagliato, spingendo il “Grande Vecchio” di Maranello a intraprendere trattative delicate con Henry Ford II e la Fiat di Gianni Agnelli. Mann ci conduce attraverso oltre un’ora di intricati affari amorosi di Ferrari, in un’interpretazione forse romanzata, data la segretezza assoluta del Drake sulla sua sfera privata, per giungere infine alla partenza delle Ferrari alla Mille Miglia del 1957.
Più spazio alle gare
La gara stessa è il palcoscenico di una sfida epica tra tre vetture Ferrari, guidate da piloti del calibro di Piero Taruffi, Wolfgang von Trips e Alfonso De Portago, fino a quando un tragico incidente a Guidizzolo, vicino a Mantova, scuote l’intera competizione. Lo scoppio di uno pneumatico a oltre 200 km/h causa un disastroso incidente che porta alla morte di De Portago, del suo co-pilota, Edmund Gurner Nelson, e di nove spettatori, tra cui cinque bambini. Nonostante la vittoria finale di Taruffi, la tragedia segna la fine della Mille Miglia come gara di velocità.
Il ritratto di Enzo Ferrari dipinto da Adam Driver è quello di un uomo freddo, cinico e calcolatore, in contrasto con l’immagine pubblica del Drake. Tuttavia, il film lascia spazio a riflessioni sulle complesse sfaccettature del suo carattere, contrapponendo la figura distante al Ferrari che, dietro la sua riservatezza, dimostrava affetto e sostegno per i suoi piloti. Le scene mozzafiato della Mille Miglia del ’57, girate nelle magnifiche strade del Gran Sasso, regalano un’autentica delizia agli appassionati, nonostante la pellicola si concentri più sulla dimensione umana di Enzo Ferrari che sull’aspetto puramente motoristico. Una nuova prospettiva che getta luce su uno dei più grandi nomi dell’automobilismo mondiale, mostrandone le fragilità dietro la leggenda.