La supersonica Bloodhound SSC con cruscotto Rolex
PRONTI A SFIDARE IL MURO DELLE 1.000 MIGLIA ORARIE (1.609 km/h). ROLEX HA PROGETTATO E REALIZZATO SU MISURA IL TACHIMETRO E IL CRONOGRAFO ANALOGICO CHE FARANNO PARTE DELLA STRUMENTAZIONE DI BORDO DELLA BLOODHOUND SSC, L’AUTO SUPERSONICA CHE, NEL DESERTO DI HAKSKEEN PAN IN SUD AFRICA, CERCHERA’ DI INFRANGERE IL RECOND MONDIALE DI VELOCITA’ SU TERRA.
Il progetto Bloodhound, sostenuto da Rolex e gestito da Richard Noble e Andy Green, si pone l’obiettivo di infrangere il Record Mondiale di Velocità Terrestre entro il 2015/2016.
La passione di casa Rolex per la velocità risale agli Anni 30 quando il marchio della corona veniva associato al temerario pilota automobilistico britannico Sir Malcolm Campbell, nove volte detentore del Record Mondiale di Velocità Terrestre e primo uomo a infrangere, al volante della Bluebird, il muro simbolico di 300 miglia orarie (483 km/h).
Attualmente il detentore del record Mondiale di Velocità Terrestre è Andy Green che, da pilota di caccia è diventato il primo uomo a guidare una macchina a una velocità supersonica.
La Bloodhound vanta una forma estremamente slanciata, è lunga quasi 14 metri e, con il serbatoio pieno, arriva a pesare quasi 8 tonnellate.
Presenta due ruote anteriori al suo interno e due ruote posteriori montate esternamente all’interno di speciali carenature.
Monta ben 3 motori di cui uno a turboreazione, uno con propulsore a razzo e uno a combustione interna per una potenza totale di più di 135.000 Cv (l’equivalente di 180 auto da corsa di Formula 1).
Gli strumenti Rolex montati su questa vettura avveniristica sono a prova di guasti e sono stati pensati per essere in grado di sfidare le enormi variazioni di temperatura nel deserto e reggere le forze aerodinamiche più estreme alla velocità di 1.000 miglia orarie.
Sono dotati di quadranti retro-illuminati per permettere la lettura delle indicazioni anche nello spazio buio e limitato dell’abitacolo e riportano sia l’emblema Rolex verde e oro con corona sia il triangolo capovolto in corrispondenza dello zero sul cronografo.
Sono collegati al sistema di alimentazione della vettura con le batterie interne incorporate dentro ciascun strumento analogico in modo che, sia il tachimetro sia il cronografo, possano funzionare anche in caso di un’interruzione di energia a bordo dell’auto.
Questi strumenti si riveleranno essenziali anche in due fasi critiche del tentativo di stabilire il record: il controllo della massima precisione nella frenata da 1.000 miglia orarie fino allo stop completo del veicolo e il cronometraggio durante il percorso di andata e ritorno di un’ora dei due passaggi obbligatori per ottenere il record.