Il primo e unico marchio automobilistico messicano, Mastretta, annuncia la cessazione dell’attività per la commercializzazione della MXT (telaio tubolare, carrozzeria in compositi, motore posteriore-centrale Ford con 250 Cv, cambio a 5 marce, poco più di 900 chili di peso) e la chiusura di ogni attività per mancanza di liquidità.
In un comunicato ufficiale José Carlos Mastretta Guzmán, uno dei fondatori assieme al fratello Juan Daniel, spiega le ragioni della fine di un marchio nato nel 2010 e portato a un aumento del valore aziendale del 60% in 3 anni.
Apparentemente la colpa è da imputare a Latin Idea Ventures un fondo di private equity entrato fin dall’inizio nel business di Mastretta.
Nel 2013, con l’ingresso di nuovi partner, il Fondo MEXICO VENTURES e CORPORACION MEXICANA DE INVERSIONES DE CAPITAL (CMIC), due soggetti istituzionali pubblici, le partecipazioni societarie si sono allargate ulteriormente a nuovi soggetti. La compagine societaria originale di Mastretta (tra cui i fondatori) è quindi regredita a una partecipazione di minoranza.
Il punto: José Carlos Mastretta Guzmán accusa Latin Idea Ventures di essersi letteralmente impadronita della gestione dell’azienda e di aver tenuto una gestione sciocca, irresponsabile e negligente che, in soli 8 mesi, ha letteralmente prosciugato tutti i nuovi capitali portati. Con la conseguenza che i partner hanno bloccato ogni conferimento di capitale condannando l’azienda alla chiusura.
A questo triste comunicato tenta di opporsi Steve Hindle, Brand Manager di Mastretta Cars (Europe): “Non è la fine per Mastretta ma sta per iniziare un lungo lavoro, molti compromessi e una serie di decisioni che richiedono intelligenza per permetterci di continuare. Attualmente, siamo in una situazione simile a quella di una coppia che sta andando verso la separazione: tutti soffrono e ognuno ha la sua versione dei fatti e vuole avere ragione. Dobbiamo superare questa empasse e trovare una giusta via di separazione per permettere l’uscita migliore per Mastretta Cars, per Latin Ideas.
Siamo nella invidiabile posizione di avere un’auto pronta per la produzione, pronta per entrare nella fase di test e per l’esportazione in Europa e Asia. Ma dobbiamo creare le premesse per nuovi investimenti in questo marchio e assicurargli un futuro”.