Questa mostra è nata grazie alla collaborazione tra il curatore Luca Beatrice, l’industriale Bruno Guidi (produttore di componenti per nautica) e i fratelli Marco e Giacomo Camuffo, titolari dell’omonimo cantiere navale con sede a Portogruaro, Venezia.
Lo scultore Chris Gilmour, inglese di nascita ma residente a Udine da tempo, ha qui presentato la sua ultima creazione: la Motorboat.
Si tratta di un piccolo yacht realizzato su modello di quelli prodotti nel cantiere veneto Camuffo, tra i clienti di Guidi.
In particolare, il modello preso a campione fu realizzato negli Anni 70 nel Cantiere Navale Camuffo che, fondato nel 1438 a Chioggia e con le sue ininterrotte 18 generazioni da padre in figlio di maestri d’ascia, armatori, protomastri e costruttori di ogni tipo di imbarcazioni in legno, è il più antico cantiere navale al mondo.
Quest’imbarcazione–scultura, in scala 1:1, è realizzata interamente in cartone riciclato e colla.
Lunga 5,50 metri e larga 2,50, la Motorboat è completa di tutti i suoi particolari messi ben in vista; dal motore alla componentistica fino alle viti e ai bulloni.
Alle pareti della sala in cui è stata esposta, erano appesi diversi disegni tecnici e immagini che ripercorrevano la storia della realizzazione di questo totem eco sostenibile.
A completare la mostra, gli scatti della fotografa americana Jill Mathis che, raccontando e nobilitando il lavoro artigianale italiano, hanno rivelato il peso estetico degli oggetti e dei macchinari evidenziando che la parola “lavoro”, oltre a essere al centro dei discorsi del viver quotidiano, è anche l’essenza stessa dell’arte e del design.
Come ha dichiarato Guidi, l’arte è ovunque, anche all’interno di un processo produttivo: “Produco pezzi che in una nave non si vedono. Forse è per questo che riesco a vedere l’arte dove per i più non c’è”.