Multe, adesso paghi di più a seconda del reddito: la manovra del Governo | Ecco quanto ti costa
La manovra del Governo cambia le regole delle multe, prendendo il singolo caso e il reddito del cittadino per quantificare la cifra.
Il mondo dell’automobilismo cambia continuamente e le leggi che ne regolano la sicurezza devono fare altrettanto per rimanere al passo con i tempi. Dalle innovazioni tecnologiche alle nuove esigenze degli automobilisti, fino alle scelte politiche dei singoli governi, il Codice della Strada è sempre pronto ad assumere nuove forme e nuove regole.
In particolare in Italia il tema della sicurezza stradale è tornano prepotentemente e tristemente rilevante a seguito dei tragici avvenimenti di inizio anno che hanno anche fatto segnare delle vittime. Il nostro Paese in generale non se la passa bene con la sicurezza sulle strade rispetto ai colleghi europei.
Il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha subito sfoderato una risposta politica alle polemiche che seguirono e si è messo al lavoro su di una riforma sostanziale del Codice della Strada che potenziasse sia i sistemi di prevenzione di incidenti (corsi, autoscuole e così via), sia i sistemi di punizione.
Dopo svariati mesi di discussioni e ritocchi la riforma è approdata in Parlamento, ma ciò che ha fatto discutere molti cittadini non sono state le rinnovate tempistiche su divieti e limitazioni, bensì l’idea che le multe dipenderanno anche dal reddito dell’automobilista coinvolto in un sinistro stradale.
Multe a seconda del reddito
Che le sanzioni possano cambiare volume a seconda del reddito dell’automobilista irrispettoso delle regole è stata un’idea del Ministero dei Trasporti che però ha ricevuto un’accoglienza molto poco calorosa da parte degli italiani. “Potremmo introdurre un incremento di sanzioni stradali in base al reddito delle singole persone”, ha spiegato il viceministro Galeazzo Bignami.
Questo tipo di incremento andrebbe ad aggiungersi al già previsto inasprimento delle sanzioni che la riforma prevede, specialmente per comportamenti illeciti come la guida sotto effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti, o l’uso dello smartphone durante la guida. Questa novità riguarderebbe, ovviamente, le sanzioni di natura punitiva e/o afflittiva.
L’idea suscita malumori; le parole di Bignami
Bignami ha spiegato che la squadra che ha lavorato alla riforma ha cercato di integrare questa idea di “realizzare una proporzionalità tra il reddito e le sanzioni”, un’idea che quindi è sempre rimasta nella forma di proposta e non è mai stata effettivamente realizzata nel concreto. I grandi redditi del Paese possono quindi dormire ancora sogni tranquilli, pur tenendo d’occhio lo svolgersi della vicenda.
La riforma del Ministero infatti è al Parlamento, come detto in precedenza, ed è in discussione. Seppur questa ponga molto focus sulle limitazioni dei neopatentati e sulla guida con smartphone o sostanze alteranti, le decisioni prese dal governo sono molteplici e possono influenzare la vita di tutti i giorni degli automobilisti italiani.