Spesso la scelta di optare per un diver è dettata dal desiderio di indossare una via di mezzo tra un più classico solotempo e il cronografo, il segnatempo sportivo per eccellenza. Al giorno d’oggi chi acquista un orologio da immersione difficilmente è interessato a testarlo in profondità; spesso e volentieri “l’abisso” raggiunto è quello del più blando snorkeling dei bagni estivi e della metropolitana che si usa regolarmente per raggiungere il proprio posto di lavoro.
Un orologio, al di là dell’essere una novità, deve comunicare un emozione, suscitare curiosità se non anche perplessità. La cosa peggiore è, non solo per gli orologi, quello di passare inosservati o risultare troppo neutrali e “insipidi”. Con il nuovo Ulysse Nardin Diver Le Locle (Ref. 3202-950), presentato al SIHH dello scorso gennaio 2017, questo rischio non sussiste: lo guardi per la prima volta, magari di sfuggita, e non cogli subito la sua identità di brand. Vai quindi oltre l’apparenza, chiedi, ti informi e ne scopri la storia legata all’Ulysse Nardin Diver Le Locle del 1964 (montava un movimento A. Schield).
Rispetto al suo predecessore, questa nuova referenza misura 42,2 millimetri di diametro anziché 38. Lo spessore della cassa in acciaio è di 12,7 millimetri. Il cuore meccanico è il calibro UN-320: movimento a carica automatica di manifattura con spirale e scappamento ad ancora in silicio in modo da garantire il massimo della precisione. Offre le funzioni di ore, minuti, piccoli secondi a ore 6 (contatore non presente sul modello del 1964) e datario con lente di ingrandimento e regolazione rapida della data avanti e indietro. L’autonomia di marcia è di 48 ore.
Molteplici i dettagli di ispirazione vintage sul quadrante nero inchiostro; dal vetro zaffiro bombato che ricopre il display, alle lancette dalle dimensioni generose (caratteristica tipica dei diver Anni 60), alla lancetta a forma di freccia dei piccoli secondi agli inserti in superluminova che riprendono il colore del trizio.
A incorniciare il quadrante, protetto da cristallo zaffiro antiriflesso, vi è una lunetta girevole unidirezionale in alluminio lucido di colore nero.
Il movimento è nascosto alla vista da un fondello pieno che riporta inciso in rilievo un subacqueo al pari del modello originale.
Dell’Ulysse Nardin Diver Le Locle (Ref. 3202-950) ne apprezzo innanzitutto l’ispirazione vintage del quadrante. Rispetto al modello al quale s’ispira di diverso vi è “solo” l’aggiunta del contatore dei piccoli secondi visibile a ore 6. Questo particolare completa l’orologio regalandogli un gradevole tocco di movimento in più.
La cassa rotonda in acciaio abbraccia saldamente il polso e, nonostante le dimensioni non propriamente femminili (42,2 mm x 12,7 mm), ben si adatta anche a polsi sottili come il mio. L’orologio, pur risultando comodo da indossare tutto il giorno, si “fa sentire” al polso senza risultare comunque invadente.
La scelta di optare per un cinturino in tessuto da vela con fibbia ad ardiglione, rispetto a un bracciale in acciaio, è funzionale.
Ho riscontrato due punti di debolezza: innanzitutto la rapidità con la quale il buco scelto per la fibbia si “slabbra” dopo pochi giorni d’indosso. In secondo luogo il prezzo: 9.600 CHF è un valore elevato all’indirizzo di un diver che, seppur “di manifattura”, ha una cassa in “modesto seppur robusto” acciaio e non è disponibile a listino in edizione limitata. Ciò lo rende, all’indirizzo di una certa clientela, sicuramente prestigioso e indice della raffinatezza meccanica che lo contraddistingue. Difficilmente, però, potrebbe diventare un “best seller” e rimarrà inevitabilmente limitato alla disponibilità di una clientela particolarmente alto-spendente.
Si sposa con la filosofia vintage dell’indossatore appassionato o con il gusto per l’eleganza minimale di chi è sufficientemente contento di avere al polso un pezzo da novanta ma non avverte la necessità di gridarlo ai quattro venti. Il costo d’acquisto importante lo rende un modello “da sfizio” da aggiungere alla propria collezione senza pensare troppo al prezzo. Un diver che piacerà a chi, come me, va oltre le ostentate apparenze e ne sa cogliere le sfumature storiche.