Quello che la strada non ti consente veramente di capire di un’automobile la pista te lo racconta con dovizia di particolari. E’ qui che chiunque dovrebbe rivolgersi per capire al 101% le potenzialità della propria automobile: limiti fisici del motore, del telaio, dei freni, delle gomme. E studiare – per capire fino all’ultimo briciolo di accelerazione – fino a dove può spingersi un’automobile prima di cedere alle regole della fisica.
Il velocissimo asfalto di Monza ti fornisce il feedback perfetto per capire le prestazioni dell’automobile: tanti rettifili e poche curve, una condizione di stress suprema fino all’ultima marcia. Gli ingredienti di un giro a Monza creano un superbo piatto di portata: due rettilinei molto lunghi, una possente accelerazione (dopo la Prima Variante), staccate violentissime (la Prima Variante, la Seconda Variante, la Ascari e la Parabolica) e curve molto veloci (curva Biassono da percorrersi “a cannone”, Prima e Seconda di Lesmo da aggredire con sterzo e gomme, Variante Ascari da mangiare con il gas tutto aperto in accelerazione, curva parabolica) dove misurare le capacità di handling di telaio e responsività dei pneumatici. Ma – soprattutto – si coglie un aspetto fondamentale: un buon pneumatico trasforma l’automobile nella misura in cui permette di sfruttarne le prestazioni e incrementa la sicurezza.
Su questo tracciato la Honda Civic 1.5 T-VTEC si è sentita quasi a casa propria: la nuova berlina hatchback giapponese con il motore 1.5 da 182 Cv, misurandosi con le prestazioni elevate che consente la pista, ha evidenziato il tipico carattere sportivo di una Honda, quello esaltato dalle famiglie Type-R, S2000 e, naturalmente, sua maestà NSX.
La Civic denuncia un peso piuttosto contenuto – 1.357 kg a vuoto – e una notevole forza di spinta da parte del propulsore, che fornisce 260 Nm di coppia massima lungo un arco di giri da 1.900 a 5.000 Cv. Questo si traduce in una ottima agilità a vantaggio di una notevole facilità di controllo.
In uscita dalla Prima di Lesmo i poco più di 8″ sullo 0-100 sono certamente reali e, percorrendo la curva Biassono in piena accelerazione i pneumatici Yokohama Advan con mescola molto sportiva offrono un grip molto elevato. Alla staccata della seconda variante, con una vigorosa frenata la Civic decelera violentemente ma senza scomporsi, percorrendo il sinistra-destra della curva con agilità e rollio tutto sommato contenuto. Sulle due di Lesmo si entra con grande decisione: lo sterzo, piccolo e con una buona rapportura, permette un inserimento efficace – ancora una volta grazie alle gomme – e una altrettanto veloce uscita senza eccessivo sottosterzo.
Si arriva alla staccata della Ascari a oltre 180 km/h, e dopo un’altra grande frenata (sotto controllo, una compostezza convincente) si entra a sinistra in quarta marcia. Si percorre la curva molto veloce e si esce con il gas “a cannone”. Alla frenata della parabolica la Civic è quasi a 190 orari. Si scala ancora e si percorre la curva in grande velocità con un certo sottosterzo (le gomme bestemmiano) ma il telaio risponde ancora in modo ottimale (la Civic è lunga 450 centimetri e ha un passo da 280 cm) e si accelera ancora sul rettilineo.
in direzione, nuovamente, della Prima Variante, ho quasi sfiorato 200 km/h ma – divertimento a parte – la Civic è stata appagante sotto numerosi aspetti: buono sterzo (forse un po’ troppo morbido), cambio con una buona manovrabilità (ma se ci fosse, sulla versione Sport, il cambio di una S2000…), impianto frenante potente e resistente alla fatica. Nonostante il doppio scarico centrale, infine, l’acustica è alquanto tristanzuola. un gustoso pulsante che risolve il problema sarebbe perfetto.