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Revisioni fasulle o troppo facili: Italia sotto indagine e sono guai | L’UE ha aperto il caso

Revisione

Scattata un’indagine dell’Unione Europea per chiarire come mai i numeri italiani sulle revisioni siano così alti.

La revisione è una componente fondamentale della vita di un mezzo di trasporto, che si tratti di un’auto o di un bus. Quelle delle auto però in Italia presentano dei numeri fin troppo alti, che dipingono un panorama davvero ottimista delle auto del nostro Paese e che hanno allarmato l’Unione Europea. Ma facciamo un passo indietro: il tutto parte dalla FederIspettori.

La FederIspettori, ente italiano composto dagli operatori (i responsabili delle revisioni), ha raccolto documentazione circa i numeri che riguardano le revisioni in Italia. Il segretario dell’associazione, Diego Brambilla, ha rivelato poi i numeri sospetti: in Italia le auto che passano i controlli di revisione rappresentano il 99,8% del totale, un numero che sfiora la totalità e che, se confrontato con il 90% che invece troviamo generalmente in tutta Europa, fa insospettire.

Possibile che in Italia tutte le auto siano da promuovere? Per accertarsene, la FederIspettori ha notificato l’Unione Europea, che avvierà una indagine ufficiale per scoprire se gli italiani siano davvero bravi a mantenere i propri veicoli o se i centri di revisione effettuino dei controlli superficiali, chiudendo un occhio su vari problemi.

L’indagine è stata affiancata da alcune proposte avanzate dalla FederIspettori per rendere il processo di revisione più sicuro e costante numericamente, come il potenziamento delle attività di vigilanza sui centri di revisione o la separazione dei controllori dai suddetti centri.

Pochissime auto bocciate: i rischi su strada

L’indagine è molto importante su vari punti di vista. Il primo è chiaramente quello della sicurezza delle nostre strade: se le auto vengono impropriamente reputate adeguate per la circolazione, questo significa che circa 1 auto su 10 può presentare invece dei problemi che la rendono in qualche modo non sicura, creando rischi per chi la usa e per chi la incrocia.

Anche la componente ecologica ne viene danneggiata. La revisione non si basa solo sulla sicurezza o la corretta funzionalità del mezzo, ma anche sul rispetto di alcuni parametri che possono approvare o bloccare la libera circolazione dello stesso. Ancora una volta, circa 1 auto su 10 potrebbe inquinare più del dovuto, andando a peggiorare una situazione già compromessa.

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Le soluzioni della FederIspettori

La FederIspettori ha delle idee per risolvere il problema. Anzitutto, indica Brambilla, i centri di revisione sono troppi: 9500 centri sul suolo nazionale si traducono in una competizione troppo agguerrita che alcuni potrebbero pensare di vincere con dei controlli più leggeri, invogliando l’automobilista a portare lì la propria auto. Inoltre, coloro che controllano le auto sono dipendenti dei centri di revisione stessi, creando un conflitto di interessi.

Brambilla propone quindi sia di potenziare il già esistente ente di vigilanza sui centri con nuovi fondi e nuovi membri, sia di affidare la revisione a dei lavoratori indipendenti dai centri, così che possano svolgere al meglio il proprio lavoro senza preoccupazioni o pressioni; tutto questo sperando che l’Unione Europea non multerà il nostro Paese per eventuali infrazioni commesse.