La fama del designer Ken Okuyama è “prepotentemente” preceduta da quella delle stesse automobili da sogno che ha contribuito a disegnare: la Ferrari P4/5 del collezionista americano Jim Glickenhaus, la Ferrari Enzo, la Maserati Birdcage 75th, la Ferrari 599 GTB e la Mitsubishi CZC.
Poi, dal 2006 il designer giapponese ha deciso di correre autonomamente e ha fondato il suo studio di design indipendente.
Il suo ultimo progetto, la Kode9 presentato in questi giorni al Salone dell’Auto di Tokio 2013, è una vetturetta dal sapore classico, intrigante, affascinante, che ai collezionisti di vetture storiche potrebbe provocare una piccola lacrimuccia d’emozione.
E’ basata sulla meccanica della Lotus Elise e nello stile ricorda fino all’ultimo le piccole-grandi vetturette GT degli Anni 40, 50 e 60 (le Fiat-Abarth, le Osca, le Fiat 1100 con carrozzeria speciale, la Lancia Appia Sport Zagato…).
Non è un caso se un disegno così è scaturito da una mente giapponese: il popolo del Sol Levante, infatti, per tradizione predilige le auto di piccole dimensioni. Non a caso, nelle collezioni giapponesi è pieno di Abarth, Ermini, Stanguellini ecc.
La Kode9 è un ibrido, un’auto senza una personalità definitiva. O, meglio ancora, un’auto con una doppia personalità: un po’ macchina sportiva, un po’ macchina da corsa.
“Questa macchina è il mio messaggio all’industria automobilistica mondiale, completamente bloccata nell’abitudine di creare forme estremamente complicate o proposte di stile tutte con lo stesso comune denominatore” – dice Ken Okuyama.
La Kode 9 ha una carrozzeria composta da pochissime parti, tutte realizzate in alluminio idroformato. E’ lunga 414 cm e pesa 890 kg.
Il motore è un 4 cilindri 2 litri sovralimentato proveniente da un non meglio specificato produttore giapponese con 320 cavalli di potenza.
Prestazioni, prezzo, progetti futuri e tempi di consegna non sono ancora stati divulgati.