Nello stand della Bugatti tutti vogliono sedersi e scattarsi un selfie con la nuova imperatrice assoluta del Salone di Ginevra 2016: la Chiron. E’ una Veyron matura, è la Type 57 Atlantic del XXI secolo, è una sfera di bronzo di Arnaldo Pomodoro con quatto ruote.
Difficile non rimanere esterrefatti di fronte all’enorme complessità tecnica che sottende il suo progetto: telaio monoscocca in fibra di carbonio con caratteristiche simili a quelle di una macchina da corsa per la classe LMP1, sospensioni direttamente ancorate alla scocca con ammortizzatori a controllo elettronico, motore 16 cilindri a W con 4 turbo (a funzionamento sequenziale) più potente del 25% rispetto alla Veyron (1.500 cavalli, 1.600 Nm), trazione integrale, cambio a doppia frizione con 7 marce, aerodinamica attiva, pneumatici posteriori da 355 mm battistrada.
La carrozzeria ha inequivocabilmente i volumi, le proporzioni e l’aspetto di una scultura: ricca di richiami alle Bugatti del passato è stata modellata dall’esigenza di massima funzionalità (l’aria accarezza le sue forme e attraversa la sua meccanica al puro scopo di darle stabilità e raffreddare 10 radiatori).
Pesa 1.995 kg, brucia lo 0-100 in “meno” di 2,5 secondi, lo 0-200 in 6″5 e raggiunge (autolimitati!) 430 km/h.
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