Speciale Vernasca Silver Flag 2014: Lancia, dalla Lambda alla LC2
CARO MARCHIONNE, SE CI SEI, BATTI UN COLPO. LE LEGGI DEL MARKETING SI INVENTANO SCENARI ASSOLUTAMENTE IMPOSSIBILI. IN CASI ESTREMI, NEGANO L’EVIDENZA. COME QUANDO OLIVIER FRANCOIS, DURANTE LA CONFERENZA STAMPA DI GINEVRA 2012, TENTO’ DI CONVINCERE IL PUBBLICO CHE LA NUOVA THEMA ERA UNA VERA LANCIA. LA VERNASCA SILVER FLAG 2014 HA RICORDATO AL MONDO COSA ERA IL MARCHIO LANCIA. E COSA POTREBBE ANCORA ESSERE CI FOSSE UN PO’ DI PASSIONE.
Le quasi 60 automobili che hanno animato la categoria delle vetture Lancia alla Vernasca Silver Flag hanno raccontato tutta la sua epopea. E hanno, soprattutto, ricordato tutta la sua autorevolezza con le auto sportive e quelle da corsa.
Se le Aurelia, Flaminia, Appia, Flavia e Fulvia hanno raccontato in modo perfetto l’evoluzione da vettura GT a vettura Fuoriserie, a partire dalla Fulvia Coupé e proseguendo verso Stratos, Beta Montecarlo Gr5, 037, Delta Integrale, S4 ed ECV la storia Lancia raccontata a Castell’Arquato si è arricchita dei suoi capitoli più nobili e appassionanti.
Sembra impossibile che l’azienda che oggi vende Ypsilon, Delta e Voyager, fino a 30 anni fa fosse leader mondiale dei rally. E che negli Anni 50 avesse addirittura militato nella categoria Sport (con la D25) e in Formula 1 (con la meravigliosa D50 progettata da Vittorio Jano).
La presenza del Museo storico Lancia alla Vernasca (ha portato le due ultime vetture sopraccitate), lascia il diritto di covare una piccola speranza per il futuro di vedere, di nuovo, il brand Lancia come uno dei più rispettabili marchi sportivi del made in Italy.
Quindi: caro Marchionne: muoviti a rilanciare l’Alfa e, successivamente, restituisci agli appassionati il “vero” marchio Lancia!
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