Si potrebbero prospettare grandi manovre all’interno del brand Lotus. L’azienda di Hethel, di proprietà di DRB-Hicom, come noto passerà al gigante cinese Zhejiang Geely Holding Group (che possiede anche Volvo e LEVC, produttore dei Taxi Cab londinesi) in base a un accordo siglato lo scorso giugno.
Al recente Salone di Francoforte Carl-Peter Forster, membro del board of management, ha dichiarato che “Lotus, in tutti questi anni, è sempre rimasta coerente con la sua brand-image. E’ un costruttore con piccoli numeri ma crediamo che ci siano molte opportunità in più rispetto ai 1.500 – 2.000 esemplari che attualmente l’azienda vende ogni anno“. Il riferimento è chiaro verso un SUV Lotus, scenario già emerso altre volte (e confermato, peraltro, dallo stesso CEO Jean-Marc Gales nel 2015).
Former, ex numero uno di General Motors Europe pensa che il marchio fondato da Colin Chapman alla fine degli Anni 40 potrebbe ottenere migliori performance di vendita guardando anche ad altri segmenti. L’azienda ha le carte per produrre modelli di qualsiasi dimensione senza perdere il proprio focus su una tipologia di automobile compatta e agile. Il caso della Porsche Cayenne è emblematico di come un noto marchio sportivo possa espandere la produzione e aumentare le vendite senza “diluire” il brand.
Lo stesso Jean-Marc Gales si è dimostrato “sibillino” in questo scenario, dichiarandosi aperto all’idea che Lotus possa produrre un modello crossover. L’iniziativa sarebbe ulteriormente agevolata dalle sinergie con gli altri brand del Gruppo: LEVC, infatti, produce i London Cab utilizzando una leggera piattaforma in alluminio, un punto di partenza ottimale per ottenere una Lotus.