TEST DRIVE: Alfa Romeo MiTo Quadrifoglio Verde TCT
PICCOLA SCORBUTICA ALFA. E’ GIA’ NEI LISTINI IL MODEL YEAR 2016 DELL’ALFA ROMEO MITO (PRESENTATA AL SALONE DI GINEVRA). ABBIAMO COSI’ CHIESTO ALL’ALFA L’OPPORTUNITA’ DI PROVARE UNO DEGLI ULTIMI ESEMPLARI DELLA MITO QUADRIFOGLIO VERDE (CHE NEL NUOVO MODELLO SI CHIAMA MITO VELOCE). MECCANICAMENTE NON CI SONO DIFFERENZE: 4 CILINDRI TURBO DA 170 CV, CAMBIO TCT A DOPPIA FRIZIONE, CARATTERE SORPRENDENTEMENTE E POSITIVAMENTE SCORBUTICO A BASSI REGIMI, PICCOLO DIAVOLETTO AGLI ALTI: SCHIZZA A VELOCITA’ OLTRE CODICE CON GRANDE FACILITA’. L’ASSETTO DOVREBBE ESSERE – SECONDO NOI – UN PO’ PIU’ RIGIDO, SOUND APPAGANTE, DOTAZIONE ADEGUATA, CONFORTEVOLE NEI LUNGHI VIAGGI.
L’Alfista non ama scendere a compromessi. Nella sua Alfa Romeo ha bisogno di provare sensazioni speciali che non riuscirebbe a gustare da nessun’altra parte. Deve sentirsi avvolto nelle braccia di mamma Alfa e sentirsi a casa, coccolato, al sicuro. Deve provare quel sentimento speciale che si potrebbe spiegare con un “perfect matching”: seduto al volante, concentrato nella guida, egli è l’ultimo pistone ad accendersi. E’ questa la chiave giusta nella serratura che apre le porte alle emozioni.
Finalmente Sergio Marchionne ci sta ascoltando ed è da poco iniziato il giusto processo di ritorno alla vita del brand Alfa. La 4C, il primo importante gesto di questa rinascita, ha lasciato che il cuore degli appassionati battesse a mille senza riserve. Ed ora, con l’arrivo della Giulia, agli amanti del Biscione sarà riservato il privilegio di tornare a vivere quel certo-non-so-che atteso da decenni: una trazione posteriore. L’operazione “A Cesare quel che è di Cesare” continuerà presto con la nuova Giulietta.
Come si vive la passione Alfa Romeo alla base del listino? Dovrebbe viversi con un solo modello: MiTo Quadrifoglio Verde! Via le Diesel, via le motorizzazioni benzina più scialbe (eddai, siamo Alfisti! Parliamoci nel linguaggio giusto una volta tanto) e studiate per le – sacrosante – esigenze di ogni categoria di automobilista – compreso il “simpatizzante Alfista” (consumi, bollo, assicurazione, neopatentato). Perché la MiTo più potente con l’altisonante badge che montava per la prima volta l’RL di Ugo Sivocci alla memorabile Targa Florio del 1923 (da lui stesso vinta a dispetto del numero 13!) è un piccolo oggettino “intelligente”, che sa valorizzare il terrificante dettato delle economie di scala arricchendo un’utilitaria del Gruppo FIAT di quei contenuti sportivi che ogni buon Alfista adora.
DESIGN
E’ apprezzabilissimo che una MiTo Quadrifoglio Verde, stringi-stringi, si possa riconoscere solo per il doppio scarico posteriore e i badge del quadrifoglio dietro il passaruota anteriore. Equivale a dichiarare al mondo che quello che è importante sta sotto il cofano e non sono necessarie appendici troppo audaci, finanche emblema di “truzzismo”. La colorazione rubino scurissimo brillante di questo esemplare, con tonalità continuamente oscillanti tra il marrone e il viola, le sta a pennello, elegante e raffinato. Belle anche le ruote da 17″ nere, un riuscito pendant che, complessivamente, crea un’immagine molto sexy: corpo piccolo, pinza dei freni rossa e quadrifoglio verde bene in vista. E poi ci sono quei particolari da perdere la testa: targa in posizione asimmetrica, quel frontale segnato dalla carrozzeria che “invade” quasi tutto il musetto fino nella parte bassa con la grande “bocca”, lasciando allo scudo trilobato Alfa Romeo il compito di darle personalità. Una personalità spiccata, concreta e razionale, per nulla barocca. Il posteriore è un po’ anonimo, salvato solo dalla presenza dei fari tondi.
L’interno riflette, forse un po’, l’appartenenza alla categoria di utilitaria: volante un po’ grande, tunnel centrale “vuoto” e troppo basso, posizione di guida verticale. La seduta è confortevole, con i sedili in pelle nera, marchiati Alfa e dotati di bordatura bianca. Sul nostro esemplare è presente un pack aggiuntivo, in questo caso dotato di sedili in pelle Frau. Sono molto eleganti ma hanno quel contenimento che ti attenderesti.
SCORBUTICA: E’ IL SUO PREGIO?
La MiTo Quadrifoglio Verde ha un carattere particolare, sulle prime non naturalmente intelligibile. Oseremmo dire che va capita e questo, francamente, potrebbe anche essere considerato un pregio! A 0-100.it odiamo le vetture facili e troppo complici. L’Alfa MiTo infatti, sulle prime sembra tutt’altro che una “Segmento B” convenzionale. Il motore (il 1.4 T-Jet ha un sound grintoso, ideale) ha un’erogazione non così fluida come ci si attenderebbe e la pressione sul pedale del gas richiede una certa abitudine. E’ un motore alquanto scorbutico, che non dialoga amabilmente con il cambio e lascia al pilota il compito di stabilire una certa armonia, cioè un’andatura fluida e senza strappi. Il cambio a doppia frizione TCT utilizza “pulsanti” (le palette avrebbero generato una diversa e più emozionale percezione) e a bassa velocità è un po’ lento nel funzionamento. La posizione di guida si deve adattare al contesto di una vettura per tutti i giorni: naturalmente ci sarebbe piaciuto un layout più sportivo, con gambe più distese e sedili con un maggiore contenimento laterale ma si apprezza comunque il livello del comfort di marcia.
Nelle marce basse il motore fornisce spinta e coppia già dai bassi regimi anche con poca pressione sul gas, obbligando (se si guida in modalità manuale) a una certa rapidità di cambiata specialmente sul passaggio prima – seconda. In terza è un po’ più morbido ma la progressione è comunque frizzante.
Posizionando il selettore dell’Alfa DNA in posizione D, la più dinamica per la guida, ecco la verve della piccola torinese: l’erogazione del 1.4 turbo da 170 Cv è pronta e decisa. Chi gradisce i motori turbo troverà pane per i suoi denti: tanta coppia e rapporti corti sulle marce basse producono una spinta che invita al divertimento. In ripresa questo motorino diverte molto: c’è poca inerzia e il ritardo di risposta è contenuto. Quindi anche in quinta o sesta marcia da 120 orari la MiTo Quadrifoglio verde ha un grande carattere e produce balzi velocistici che alimentano un buon sorrisone. Buoni lo sterzo e la frenata, quest’ultima brillante ma al costo di una pressione sul pedale particolarmente decisa nelle decelerazioni più intense.
Nell’ottica del compromesso l’assetto non può accontentare esclusivamente chi ha il piede pesante e questo crea inevitabilmente una certa sensazione di scuotimento, soprattutto nelle curve veloci dove serve maggiore grip. Per contro nei lunghi viaggi restituisce un comfort adeguato. Nelle frenate più violente si avverte un leggero alleggerimento del posteriore ma la correzione di sterzo risulta rapida ed efficace, soprattutto perché la MiTo è, dopotutto, una vetturetta leggera e, per questo, di facile gestione. Ma se all’acquirente della nuova MiTo Veloce potesse essere offerto come optional un “serio” assetto sportivo, le sue doti potrebbero uscirne decisamente valorizzate.
IN CONCLUSIONE
L’Alfa Romeo MiTo cerca di fare a pugni con le convenzioni: vuole a tutti i costi fare l’Alfa e, quindi, superare quella soglia entro la quale sarebbe stata solo una Fiat Punto con un motore potente. Ha uno stile che conquista (abbassatele un po’ “le terga”, per favore. Così avrà una presenza maggiormente orientata al concetto di “piantata a terra”) e ha un motore perfetto per lei. 170 cavalli sono perfetti, il sound c’è e il cambio doppia frizione, tutto sommato, risponde alle esigenze. Da appassionati chiederemmo: un assetto più incisivo, sedili più sportivi già di serie, palette sul piantone sterzo.
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[vc_tta_section title=”Dati tecnici” tab_id=”2aTBnwOpost”]
MOTORE | 4 cilindri in linea |
cilindrata | 1368 cc |
Alimentazione | iniezione diretta di benzina, turbocompressore, sistema Start-Stop |
Distribuzione | Bialbero a camme in testa, 4 valvole per cilindro |
Rapporto di Compressione | 10:1 |
Potenza | 170 Cv a 5.500 giri |
Coppia | 230 (Dynamic: 250) Nm a 2.500 giri |
CORPO VETTURA | |
Sospensioni ant. | sistema McPherson |
Sospensioni post. | Ponte torcente |
Sterzo | Cremagliera con servosterzo |
Pneumatici | 215/45 R17 |
Impianto freni | 4 dischi, ABS, ESP (ø ant/post 305/250) |
TRASMISSIONE | |
Trazione | Trazione anteriore |
Cambio | Doppia frizione TCT con 6 marce |
DIMENSIONI E PESI | |
Dimensioni | Lungh. 4.063 mm, largh. 1.720, alt. 1.446, passo 2.511 mm |
Volume baule | 270 mm |
Peso | 1.170 kg (ordine di marcia) |
Serbatoio | 45 litri |
PRESTAZIONI | |
0-100 km/h | 7″3 |
Velocità max. | 219 km/h |
Consumo | urbano 7 l/100 km, etraurbano 4,4 l/100 km, medio 5,4 l/100 km |
Emissioni | 124 g/km di Co2, normativa Euro 6 |
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[vc_tta_section title=”L’esemplare in prova” tab_id=”3aTBnwOpost”]
ALLESTIMENTO DI SERIE
- Volante Multifunzione
- Impianto freni by Brembo
- Specchi elettrici e riscaldabili
- Sedili con regolazione lombare (lato pilota regolabile in altezza)
- Doppio terminale di scarico brunito
- Cerchi in lega da 17″ con finitura brunita
- sistema Uconnect con touchscreen a colori da 5″
- Plancia Carbon look
- 7 airbag
- ESC
- Hill Holder
- ABS, ASR, Brake Assistant, MSR, CBC
- Alfa Q2
A RICHIESTA
- Pack QV Line
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[vc_tta_section title=”Consumi Rilevati” tab_id=”4aTBnwOpost”]
Percorrenza complessiva: 957 chilometri
Consumo urbano: 8,7 l/100 km
Consumo autostrada: 7,5 l/100 km
Consumo misto: 8 l/100 km
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