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AUDI S3 2.0 TFSI QUATTRO S-STRONIC | MERCEDES A45 AMG | PEUGEOT RCZ-R |
Incredibile! La Golf R è una macchina, a suo modo, incredibile. E’ il prodotto di una accurata e perfetta progettazione in complesse riunioni di marketing. E il risultato è straordinario. Perché è meccanicamente identica all’Audi S3 ma l’immagine, il coinvolgimento, le sensazioni… si genera un sapore diverso, ugualmente forte e irresistibile ma con diverse sfumature.
L’Audi S3 è una macchina perfetta, una hatchback di caratura sportiva con un carattere e una personalità estremamente comunicative. Nel senso che ti comunica instancabilmente tutti i valori del prodotto Audi: sofisticazione, eleganza, esclusività, atmosfera premium, qualità, ergonomia… Ed è, come ho provato, tanto soddisfacente nella guida disimpegnata quanto forte e possente in velocità.
La Volkswagen Golf R è una “ragazzaccia”… alla quale non interessa che tutto il suo valore sia “scomposto” nella somma di caratteristiche sottoposte a un giudizio. Dopo tutto ci sono esattamente le stesse cose: un potente motore 4 cilindri 2 litri turbo da 300 Cv, sistema di bordo per configurare alcune aree sensibili (motore, sterzo, sospensioni, suono di scarico), trazione integrale con frizione centrale elettronica che svolge il compito di un differenziale centrale, cambio a doppia frizione con marce, un potente impianto frenante, eccitanti ruote da 19” e quattro stuzzicanti scarichi ovali in coda.
Ebbene, i contenuti sostanziali del prodotto perdono di significato per dare origine a un unico concetto: guida sportiva. Come se la Golf R ambisse esclusivamente a essere giudicata per quello che vale complessivamente al volante.
Lo stile, infatti, tutto può definirsi ma non certo elegante. I volumi più geometrici rispetto all’Audi S3 sono stati amplificati, esasperati con l’obbiettivo di darle la personalità più possente di sempre (Golf GTI W12-650 esclusa, naturalmente!). E ci riesce: molto più estrema e comunicativa di una Golf GTI, quasi volesse suggerire quell’accelerazione emotiva che solo un tuning, bello o brutto che sia, sa fare. Non si può, così, affermare che sia “bellissima”. Lo è, senza dubbio, l’Audi S3. La Golf R è un trionfo di grinta, è quel che succede dopo un fulmine, è un destro sparato dritto sul mento, è un “gelato al veleno”.
Bellissimi i quattro scarichi posteriori ovali: grandi, possenti, audaci, presuntuosi. Anche i fari, di un rosso scurissimo, amplificano la qualità del trattamento estetico operato da Volkswagen: grinta e possanza uber alles, non c’è bisogno di essere eleganti.
Nell’Audi S3 l’atmosfera era disegnata dall’abbondanza di particolari in colore alluminio, di sapiente utilizzo di luci rosse, di materiali dalle forme soft. Nella Golf R l’ambiente sembra più semplice, più razionale, più diretto, immediato. Il volante a tre razze è una sublime reminiscenza del magnifico componente della Golf GTI MK1. Di rosso c’è solo la zona rossa del contagiri perché altrimenti è il blu a catturare l’occhio, in pochi ma decisivi elementi: lancette della strumentazione, placca illuminata sul brancardo e modanatura sul pannello porta. Altri particolari suggeriscono una dimensione più sportiva (e meno lussuosa) rispetto all’Audi S3: la plancia rivestita in elementi in lacca nera, il porta bicchieri sul tunnel centrale e la pelle con trattamento “simil-carbonio” sulla leva del cambio DSG.
La sua natura meno adatta alle “signorine” (un piede femminile la troverebbe sicuramente sgraziata, troppo maschile) si riflette anche alla guida. La Golf R è una procace protagonista della strada, un’auto a cui piace farsi guardare e, soprattutto sentire.
Come quasi sempre capita di affermare su 0-100.it, il 50% del fascino di un’automobile è nel suono di scarico. Se questo non è all’altezza di una meccanica sportiva, il cuore non va in fuori giri e si presenta una cocente delusione. Sull’Audi S3 il sound è una melodia profonda, molto armonica, aggressiva e “rotonda”. Sulla Golf R è un suono sgraziato, un concerto di sconvolgenti borbottii in rilascio e un vero latrato durante le accelerazioni, al punto di essere, per certi versi, simile al rombo di un 8 cilindri.
Cercare di sfondare il pavimento con il gas con lei equivale a passare i 100 nei dintorni dei 5″. Il 4 cilindri turbo è al suo meglio per essere, a richiesta, una 44 Magnum o, nel traffico, una 44 Magnum. Il suo suono poco definito, tutta cattiveria, funziona come un overboost che si traduce nel desiderio di essere sempre in “coppia” e, quando possibile, affondare il gas per calciare il contagiri verso il rosso. Si apprezza allora, la grande progressione del 2.0 TFSI e la voluttuosa spinta.
In autostrada, specialmente, si apprezza come, da 130, con “dentro” una quinta e pestando sul pedale la Golf R parte inferocita. E mentre ti rendi conto di cosa succede intorno (il rombo ha la capacità di farti uscire di senno) sei già oltre 200 ma la percezione di sicurezza è massima: le sospensioni lavorano a dovere, lo sterzo perde progressivamente assistenza fino a diventare pesante e la direzionalità dell’avantreno resta ottima. A oltre 200 in sesta il cannone non ha ancora esaurito la sua forza di spinta: volare a oltre 230 con una Golf e sentire che lei è pronta a darti ancora di più è una sensazione speciale. C’è da sentirsi un membro del club dell’Olimpo.
Sul misto veloce, in modalità RACE, gli ammortizzatori più rigidi creano un rassicurante effetto stabilizzante sul telaio, che nel misto è tendenzialmente piatto e poco soggetto a scuotimenti. Ciò per merito anche di ruote da 19″ e con gomme da 235/35. La Golf R è “ferma”, non saltella, e nei cambi di direzione si lascia condurre con una certa agilità. Lo sterzo funziona come un preciso calibro per progettare percorrenze perfette. E se si esagera con il gas, l’ESP è straordinario nel aggrapparti il muso e spingerlo “dentro” la curva permettendoti di annullare il sottosterzo. Disattivando l’elettronica e con la Golf tutta nelle tue mani le reazioni evidenziano un corpo vettura comunque equilibrato anche nelle situazioni limite. Le va comunque perdonato un peso prossimo a 1.500 chili che, in queste situazioni, fa sentire una certa inerzia nelle reazioni più violente.
Il cambio DSG, dal canto suo, non ha bisogno di commenti: lo conosciamo bene come la nuova frontiera della cambiata, senza tempi morti, efficace. La frenata è l’unico aspetto che lascia un (piccolo) punto di domanda. Sia chiaro: è un impianto molto potente e ben modulabile ma nell’uso molto intenso ha dato qualche sensazione di perdita di efficacia, con la conseguente esigenza di aumentare ancora di più la pressione sul pedale per ottenere la massima accelerazione. Come nel caso della Peugeot RCZ-R, se Volkswagen installasse un disco “baffato” e una pinza a anteriore a 6 pompanti, sarebbe il non plus ultra.
La Volkswagen Golf R costa, chiavi in mano, 41.750 euro. E’ la migliore (emozionalmente parlando) Golf mai provata, un concentrato di forza ed energia, una grande dispensatrice di certezze, un attrezzo per divertirsi a bordo di questo storico modello come mai avete fatto prima. E’ una stupenda bomba-sexy con rossetto nero e frusta, più esigente rispetto all’Audi S3, eppure con un magnetismo strano, speciale. Tra lei e l’Audi, sceglieremmo Wolfsburg.
Autostrada: 8 l/100 km
110 km/h: 7,2 l/100 km
90 km/h: 6,5 l/100 km
Urbano: 15,7 l/100 km
Medio complessivo: 10,5 l/100 km
(*): lettura del computer di bordo