Al Salone dell’Auto di Tokio il marchio giapponese presenta una concept di grande importanza. La RX-Vision concept è l’idealizzazione di un sogno: la visione di un futuro che Mazda sogna di trasformare in realtà.
Gli esiti estremi della filosofia del Kodo Design hanno prodotto una grande e possente coupé con layout a motore anteriore e trazione posteriore: il muso, quindi, è molto lungo per permettere la sistemazione dell’unità motrice al centro del passo. L’abitacolo è molto arretrato e la coda è molto compatta. Gli interni sono caratterizzati da uno stile moderno ma con tocchi classici di grande impatto: la corta leva del cambio in alluminio e, ancor di più, il “profondo” volante a tre razze e la strumentazione molto semplice e funzionale, chiaramente ispirata alle strumentazioni Jaeger di molti decenni addietro.
Ancora più importante, tuttavia, è la natura del propulsore: sulla RX-Vision Concept Mazda ripropone il motore rotativo Wankel, una tipologia di unità motrice completamente differente dai soliti motori a pistoni, caratterizzato da un rendimento molto elevato e che permette di ottenere, con una piccola cilindrata, potenze molto elevate. Non ha tuttavia, veramente “sfondato” sul mercato a causa del consumo elevato.
Sul prototipo presentato a Tokio è installata l’ultima versione sviluppata dal reparto Ricerca e Sviluppo, denominato Skyactiv-R.
La casa di Hiroshima fece debuttare questa rivoluzionaria tecnica propulsiva sulla 110 del 1967 e da allora ha creato una generazione di modelli dotati di motore rotativo. Negli Anni 90, infatti, il Wankel faceva bella mostra sulle RX7 e RX8. Il suo apice fu raggiunto alla 24 Ore di Le Mans del 1991, anno in cui trionfò la 787B.