Quando si pensa alla Route 66, la mente anche dei più razionali prende il sopravvento e vola oltre oceano tra sogni, fantasmi da sconfiggere e speranze da concretizzare. Per la maggior parte di chi l’affronta sa che è molto più di un lunghissimo nastro di asfalto; significa intraprendere il viaggio della libertà, un’avventura che ti porta senza remore a scoprire sempre cose nuove dietro a ogni singola curva.
Cancellata da ormai un trentennio dalle mappe stradali del continente americano, la Route 66, nata negli Anni 20 e sostituita dalle Interstate negli Anni 70, e’ stata una delle prime strade pavimentate a collegare l’Est con l’Ovest degli Stati Uniti d’America.
Conosciuta anche con nomi delle antiche piste indiane dalle quali ha preso origine (Pontiac Trail, Osage Indian Trail, Postal Highway, Ozark Trail, Grand Canyon Route, National Old Trails Highway, Mormon Trail, Will Rogers Highway), la Route 66 parte nel Grant Park a Chicago, percorre 8 Stati (Illinois, Missuri, Kansas, Oklahoma, Texas, New Mexico, Arizona e California), “affronta” 3 fusi orari e termina all’incrocio del Santa Monica Boulevard con Ocean Avenue, a Santa Monica.
L’immensa via diagonale, che vide l’abolizione de suo ultimo tratto che attraversava l’Arizona nel 1984, rimane, nel Paese dei grattacieli, una boccata d’ossigeno per chi, seppur per la sola durata del viaggio, desidera accantonare la razionale metodica realtà del quotidiano per risvegliare il curioso Peter Pan che è in ciascuno di noi e che non si fa troppe domande ma, magari con Trilli al seguito, parte senza sapere quando arriverà a destinazione.
La Route 66, una prima delle prime highway federali e ora parco nazionale (caso unico al mondo per una strada), fu aperta, anche se ancora in “work in progress”, l’11 novembre 1926. La sua pavimentazione fu infatti completata solo nel 1938 mentre per avere tutti i cartelli indicatori installati bisognò aspettare un anno.
Oltre ad aver dato i natali al primo drive-in della storia e alla prima pubblicità stradale, fu scelta come ambientazione naturale perfetta per una moltitudine di film western; Woody Guthrie vi scrisse le sue ballate, John Ernst Steinbeck vi ambiento’ il suo libro “Furore” mentre Jack Kerouac vi ambiento’ le sue opere più significative.