Vacheron Constantin a Firenze: “casa” con vista sul Ponte Vecchio
IL NOBILE GUARDIANO DI UNA TRADIZIONE SECOLARE. A FIRENZE, SULLO STORICO PONTE VECCHIO, LA MANIFATTURA VACHERON CONSTANTIN, QUASI 260 ANNI DI ININTERROTTA ATTIVITA’, APRE IL SUO PRIMO SPAZIO VENDITA ITALIANO. A QUALCHE METRO DALL’INGRESSO UN SEGNO DEL DESTINO: UNA CROCE DI MALTA INCASTONATA NELLA SECOLARE PARETE DEL PONTE (QUI UN TEMPO I CAVALIERI TEMPLARI AVEVANO UNA DELLE LORO SEDI).
Dal 1593, per disposizione di Ferdinando I dei Medici, il Ponte Vecchio di Firenze è dedicato alle botteghe artigianali di orafi e orefici.
Il nuovo spazio, il primo in Italia dedicato interamente a Vacheron Constantin, poggia sulle arcate del ‘300 del Ponte Vecchio e pare come “protetto” dalla Madonna con Bambino, il tabernacolo affrescato da Giovanni da San Giovanni nel 1592 (è l’unica opera di pittura che decora il Ponte).
E’ una piccola e raffinata “bomboniera” dove la tradizione secolare si sposa felicemente con il design contemporaneo.
Una Croce di Malta incisa su di una pietra al numero civico 66 a fianco dell’ingresso 56 (qui era presente il prestigioso Spedale gestito dall’Ordine dei Cavalieri di Malta) è sembrato quasi un segno del destino.
Marco Pagani, Brand Manager della Maison orologiera ha dichiarato: “ È un’emozione davvero unica, il nostro marchio, i nostri capolavori non potrebbero trovare un luogo più adatto e ricco di suggestioni, vero tempio dell’alto artigianato e del culto per la bellezza del lavoro prodotto dalle mani dell’uomo”.
In questa prestigiosa cornice i cultori di Vacheron Constantin sono accolti dalla Famiglia Cassetti, un’istituzione a Firenze per tradizione orafa e di argentieri.
Il marchio Cassetti, nato a Firenze nel 1926, aprì il suo primo negozio sul Ponte Vecchio nel 1976, il secondo nel 1981.
La decisione di collaborare con Cassetti nasce da un comune denominatore: la passione per il bello, il ricercato, l’artigianalità, l’attenzione per il cliente appassionato e la consapevolezza che a ogni cosa bisogna dedicare il tempo necessario senza, guardare troppo l’orologio!