Rolex Daytona, il solo nominarlo, ti porta subito a pensare al coronato “must have”; un cronografo che, nonostante in 16 anni (ref. 116520, calibro 4130) non sia stato sottoposto a nessun tipo di evoluzione meccanica ed estetica, rimane uno dei sogni di chi ama, al di là del marchio Rolex, il cronografo, il segnatempo sportivo per eccellenza.
Rispetto al suo predecessore, la novità del Rolex Daytona 116500LN, disponibile con quadrante nero o bianco e impermeabile fino a -100 metri, è la lunetta monoblocco in Cerachrom di colore nero: una prima volta per un Daytona in acciaio inox 904L. Ricordiamo, infatti, che la lunetta in ceramica era già presente sia sulla referenza 116515LN con cassa in oro Everose sia sulla referenza 116515LN con cassa in platino.
La domanda sorge spontanea: meglio la “vecchia” lunetta lucida e così sensibile (chi ne possiede un esemplare immaginiamo ne abbia testato la “problematica”) o una lunetta che “brilla” meno, che regala all’occhio “meno diametro” di cassa (40 mm) ma che risulta essere, grazie alle peculiarità della ceramica, praticamente antigraffio preservandone inoltre il colore dai raggi ultravioletti? Si tratta ovviamente di gusti personali anche se, a detta di molti possessori di ambi i modelli, il “tutto acciaio” resta il preferito.
Anche il design della scala tachimetrica offre una novità; infatti, rispetto al precedente modello, presenta, al pari dei modelli in platino e oro, i numeri del tachimetro che seguono, sinuosamente in forma circolare, il profilo della lunetta. Ci chiederemmo: “…è da considerare una scelta azzeccata o toglie un po’ di mascolinità al cronografo? Certamente era un passo quasi obbligatorio: adeguare il design delle cifre del tachimetro a quello già presente sui modelli Daytona in platino e oro. Il profilo dei 3 contatori, anche su quest’ultima referenza, al pari della precedente, è argentato/azzurrato. Anche per quanto riguarda il bracciale non ci sono innovazioni; questo modello monta infatti sempre il bracciale Oyster con parte esterna satinata e interna lucida. La fibbia Oysterlock dispone dell’estensione Easylink (+ circa 5 mm).
Il cuore pulsante rimane il calibro automatico 4130 (ruota a colonne, spirale Parachrom blu, 72 ore di riserva di carica) che, oltre alla cerficazione COSC, dispone anche della Rolex Superlative Chronometer Certified, una certificazione interna di Casa Rolex che richiede una precisione di -2/+2 secondi.
Indossare un Rolex Daytona, indipendentemente dalla referenza, è certamente sempre un piacere. La sensazione è quella di potersi portare in giro un segnatempo che ha fatto la storia della Maison e non solo.
Il bracciale, più pesante e “strutturato” rispetto ad altre precedenti referenze, consente di equilibrare al meglio il rapporto peso cassa/bracciale regalando un particolare comfort all’indosso.
Un cronografo sportivo “di un certo peso” che emoziona, non stanca mai e che, dato tutt’altro che trascurabile, essendo considerato quasi “un bene rifugio“, si rivela un utile investimento.
Photo Credit: J.A. for professionalshots.it
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Rolex Daytona, it is sufficient to mention it to immediately think about the crowned “must have”; a chronograph which despite (ref 116520, calibre 4130) has not been subjected to any kind of mechanical and aesthetic evolution during 16 years, remains one of the dreams of those who love chronograph, besides the Rolex brand, the sports timepiece for excellence.
Compared to its predecessor, the innovation of the Rolex Daytona 116500LN, available with black or white dial and waterproof up to 100 metres, is the black Cerachrom monobloc bezel: the first time for a stainless steel Daytona 904L. In fact, the ceramic bezel was already present on both the reference 116515LN with Everose gold case and on the reference 116515LN with platinum case.
One question arises spontaneously: how to decide between the “old” glossy and so sensitive bezel (who owns one maybe has tested the “problem”) and a bezel less “shining”, giving “less diameter” (40 mm) but which is, thanks to the ceramic peculiarities, virtually scratch-resistant and also shielded against ultraviolet radiation? Of course, it is a personal choice, although many owners of both the models prefer the “totally steel”.
The tachometric scale design also offers an innovation; in fact, compared to the previous model, it presents, like platinum and gold models, the tachymeter numbers following, sinuously in a circular shape, the bezel profile. The question is, “is it an appropriate choice or does it reduce the chronograph masculinity?” Certainly, it was an almost compulsory step: adapting the design of the tachymeter numbers to that already present on platinum and gold Daytona models. The 3 counters profile, even on the latter reference, like the previous one, is silver/blue. Even with regard to the bracelet, there are no innovations; in fact, that model is still equipped with the Oyster bracelet with satin inner and shiny exterior. The Oysterlock buckle is equipped with the Easylink extension (+ about 5 mm).
The beating heart is still the automatic calibre 4130 (column wheel, blue Parachrom hairspring, 72 hours power reserve) which, in addition to the COSC certification, also is equipped with the Rolex Superlative Chronometer Certified, an internal Rolex certification requiring a -2/+2 seconds precision.
Wearing a Rolex Daytona, regardless of reference, is certainly a pleasure. You feel like carrying around a timepiece which has made the story of the Maison and beyond.
The bracelet, heaviest and “structured” compared to the previous references, allows an easier case weight/bracelet giving you a particular wearing comfort.
A “weighty” sports chronograph which excites, never boring and which, importantly, is a worthwhile investment as it is considered to be a “good shelter”.
Photo Credit: J.A. for professionalshots.it